Roma, 2 novembre 2016
Rappresentanti dei movimenti popolari di tutto il mondo danno inizio ai lavori per mettere a punto un piano di azione che presenteranno a papa Francesco
200 delegati e delegate appartenenti a organizzazioni di base di tutto il mondo hanno preso parte alla giornata di apertura del III Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari.
Nell’atto di apertura sono intervenuti, per dare il benvenuto e indicare gli obiettivi dell’Incontro, i membri del comitato organizzatore dell’EMMP: il cardinal Peter Turkson, del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace; João Pedro Stédile, del Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST)-La Vía Campesina (Brasile); Juan Grabois, del Movimento dei Lavoratori Esclusi (MTE) e della Confederazione di Lavoratori dell’Economia Popolare (CTEP) (Argentina); Jockin Arputham, della Federazione Nazionale degli Abitanti degli Slum dell’India-Slum Dwellers International (SDI) (India); e Charo Castelló, della Fraternità Operaia dell’Azione Cattolica(HOAC) e del Movimento Mondiale di Lavoratori Cristiani (MMTC) (Spagna).
Il comitato organizzatore ha indicato nel corso degli interventi i nodi centrali dei dibattiti, che si inquadrano negli assi dell’incontro Terra, Casa e Lavoro, insieme alle plenarie Popolo e Democrazia; Territorio e Natura e Rifugiati e Sfollati. Tutte queste realtà e preoccupazioni saranno analizzate, discusse e sintetizzate in un piano di azione che sarà presentato il 5 novembre a papa Francesco.
Il Cardinal Turkson, nel suo intervento, ha ricordato le parole di Francesco nell’enciclica Laudato si’, evidenziando come l’esclusione sociale sia determinata da due fattori, quello sociale e quello ambientale, che si esprimono come due facce della stessa moneta. “In questo incontro – segnala Turkson – vi abbiamo invitato a discutere su come cambiare le cose: non si tratta di essere agenti di cambiamento unicamente verso l’esterno, ma anche verso l’interno”. Aggiungendo che “non siamo cercatori di lavoro, siamo creatori di lavoro. Quando parliamo di lavoro, di casa, di terra, di democrazia, il punto di partenza è sempre la gente reale con i suoi problemi reali. Più in là delle statistiche, si tratta di persone concrete”. Per questo, il cardinale afferma nel suo intervento che “discuteremo di quali sono i cambiamenti di cui abbiamo necessità, e la Chiesa e i movimenti popolari lavoreranno insieme per favorire i cambiamenti più profondi di cui la nostra società ha bisogno”.
Da parte sua, Charo Castelló ha sottolineato la traiettoria dell’incontro fin dai suoi inizi: “Nel primo incontro ci siamo assunti il compito di tracciare una radiografia di quella che era la realtà di milioni di persone rispetto alle 3 dimensioni dell’incontro, Terra, Casa e Lavoro. Nel secondo abbiamo assunto gli impegni fissati nella Carta di Santa Cruz de la Sierra. In questo terzo incontro, nuovamente a Roma, vogliamo dare un passo avanti: è il momento di agire, di fare. Abbiamo analizzato le realtà più diverse identificando i principali problemi, oggi dobbiamo pensare a quali politiche realizzare, che abbiano come fine ultimo il vero benessere del popolo”.
Allo stesso modo João Pedro Stédile, nel suo intervento, indicava che “ci troviamo dinanzi a un capitalismo che esprime l’arretratezza, lo sfruttamento, l’espulsione. (…) Il pianeta è sotto l’aggressione del capitale, che si è appropriato della natura, privando della stessa gli esseri umani”. E ha esortato i delegati e le delegate a “discutere nuove forme di politica popolare. Il sistema democratico borghese della Rivoluzione francese non funziona più. Il popolo non riesce più a esercitare il suto capitale politico attraverso il voto. Abbiamo più che mai bisogno di portare avanti il dibattito e di formulare proposte alternative ai problemi che l’umanità sta affrontando”.
Di seguito, è intervenuto Jockin Arputham per sottolineare l’importanza del piano di azione che intende concretizzare questo III Incontro: “parlate di meno e fate di più. Abbiamo già ascoltato molto le parole del Papa, ma noi siamo venuti a lavorare”. E ha fatto riferimento alla necessità di iniziare ad assumere azioni concrete in relazione ai problemi che si sono già analizzati e messi in discussione nei precedenti incontri.
Ha concluso questa plenaria di apertura Juan Grabois, il quale ha sottolineato che questo para terzo incontro “ha a che vedere con l’azione. Seguendo il metodo della Dottrina Sociale della Chiesa, nel primo incontro ci siamo dedicati al VEDERE, a conoscerci, nel secondo al GIUDICARE, abbiamo fatto una diagnosi e assunto impegni tra le oltre mille organizzazioni che hanno preso parte all’incontro. Oggi è il momento di AGIRE. (…) Per costruire la forza dei Movimenti Popolari abbiamo bisogno di 5 principi: Unità, Organizzazione, Coscienza, Spirito elevato e Azione”.